Risparmio depuratore settore Agroalimentare
Risparmio depuratore settore Agroalimentare: Strategie per un Trattamento delle Acque Efficiente ed Economico
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Il trattamento depurativo delle acque di risulta delle aziende agroalimentari è divenuto indispensabile con l’aumentare delle restrizioni allo spargimento in ambito agricolo.
Il refluo presenta un elevato contenuto di BOD ma anche di COD. La variabilità è molto elevata in funzione dei processi produttivi.
I sottoprodotti solidi, inclusi i fanghi di risulta, sono una quantità considerevole e anch’essi dipendono dai processi di pulizia.
Ai sistemi fanghi attivi tradizionali si sono aggiunti quelli sequenziali (SBR) o a membrane (MBR).
I sistemi a membrana permettendo il riutilizzo delle acque (fino all’80%) ottengono un considerevole risparmio sia sull’approvvigionamento delle acque sia sui consumi energetici.
Molto spesso il depuratore viene collocato in spazi ristretti obbligando il progettista a battenti molto alti. Gli alti battenti, la maggiore densità dei reflui comportano spesso richieste di pressioni sopra i diffusori maggiori a 700 mbar.
Il risparmio energetico, in questi casi, suggerisce vivamente l’utilizzo di tecnologie di compressione dell’aria di tipo a vite (adatte per bassa/media pressione).
L’utilizzo di compressori o soffianti a lobi è fortemente sconsigliato per valori superiori ai 500 mbar.
Per vasche contenute e battenti inferiori ai 400 mbar, invece, si suggerisce di utilizzare le soffianti a canali alterali.